Storia di Como

La storia di Como inizia con l’invasione romana nel 196 a.C.; la zona pianeggiante in prossimità del lago infatti sembra che rimase disabitata fino a quando non furono sufficienti le cognizioni idrauliche per bonificare la zona. Nel 70 d.C., con Gaio Scipione, vi fu una prima immigrazione di tremila coloni ed in seguito, in età cesariana, arrivarono cinquecento greci che importarono la coltivazione della vita e dell’ulivo.

Discorso simile a quello collegabile con ortodonzia Roma e cure odontoiatriche, un tipo di mansione complessa e padroneggiata da pochi professionisti. In quest’epoca vi è una fioritura urbanistica che ci è confermata dalla datazione della cinta muraria e dalla disposizione ortogonale della città. Con la fine delle lotte fra Cesare e Pompeo, Como divenne “Municipio”, conquistando l’autonomia.

Como: Impero Romano e medioevo

Durante l’età augustea “Novum Comum” raggiunse grande splendore, fu nominata capitale del XI Regio Transpadana grazie alla sua posizione strategica sia militare che commerciale e conobbe un periodo di fiorente crescita culturale, diede infatti i natali a Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane e potè valorizzare il loro talento. Durante il Medio e Basso Medioevo, Como parve non risentire della vicina decadenza ed è di quel periodo la ristrutturazione delle mura e la costruzione di nuove torri, forse per far fronte alle prime discese barbariche.

Como conobbe in quest’epoca la diffusione del Cristianesimo e le invasioni barbariche: dopo gli Unni, i Goti ed i Longobardi, nel 774 Como si arrese a Carlo Magno e riprese la propria crescita economica, interrotta da un periodo di scontri fra la morte dell’ultimo discendente di Carlo Magno (888) e l’avvento degli Ottomani.

L’epoca è caratterizzata da frequentissimi scontri con Milano che mal vedeva la prosperità della città di lago: fu per questa ragione che per ben dieci anni i due Comuni furono in guerra. Le ostilità cessarono con la sconfitta di Como che venne in parte distrutta. Presto però, alleatasi con il Barbarossa, partecipò alla distruzione di Milano nel 1158, seguirono poi la Battaglia di Legnano e la Pace di Costanza (1183) che sancì l’autonomia dei Comuni dall’Impero ed infine la pace con Milano nel 1186.

Guelfi, Ghibellini e l’avvento della Signoria

Le lotte intestine fra Guelfi, sostenitori del Pontefice e Ghibellini, sostenitori dell’Imperatore fecero sì che Azzone Visconti si insediasse, ben accetto, e proclamasse la Signoria. Il suo governo fu illuminato dal mecenatismo ed è di quell’epoca la costruzione della “Cittadella”, baluardo fortificato all’interno della città. Sotto Gian Galeazzo Visconti fu dato l’avvio alla costruzione del Duomo.

Per due secoli (1535-1713) Como dovette sottostare agli spagnoli che, con una pesantissima pressione fiscale, portarono la città alla rovina; allo sfascio economico si aggiunsero le epidemie di peste, le violenze, la miseria e l’intolleranza dei Vescovi che cercarono di contrastare l’espandersi del Protestantesimo. Dopo la morte, senza eredi, di Carlo II si susseguirono numerose contese per il dominio in Lombardia, che nel 1714 passò in mani austriache.

Dominio austriaco e risorgimento

In pochi decenni la dominazione austriaca cancellò le conseguenze disastrose del dominio spagnolo: fu incentivato lo sviluppo dell’industria tessile e dell’artigianato del mobile e risale ad allora la costruzione della cupola del Duomo; rifiorirono le scienze e le arti e, conseguentemente, si annovera in questo secolo la costruzione di meravigliose ville patrizie giunte fino a noi (Villa Saporiti, Villa Olmo, Villa Salazar).

Como fu anch’essa travolta dai fermenti rivoluzionari dell’epoca e, il 20 marzo 1848, i comaschi insorsero e costrinsero alla resa la guarnigione austriaca; nel 1859, durante la II guerra d’Indipendenza, Giuseppe Garibaldi entrò in Como, che, dopo secoli di dominazioni straniere, fu annessa al nuovo Regno d’Italia dei Savoia.

Il ‘900

La città cresce fiorente, parallelamente alle industrie tintorie e seriche, nuovi quartieri ospitano il crescente stuolo di lavoratori. L’arte del secolo è egregiamente rappresentata dall’architetto Giuseppe Terragni, al quale venne riconosciuta fama mondiale e da artisti degni rappresentanti dell’astrattismo italiano, fra cui è doveroso ricordare: Mario Radice, Carla Badiali, Manli Rho.

Capelli e mare: gioie e dolori

Mentre alla pelle dedichiamo attenzioni particolari grazie a creme, tonici e oli solari adatti a proteggerla o ad ottenere maggiore abbronzatura i capelli passano il più delle volte in secondo piano quando invece per mantenerli sani, lucidi e belli dovremmo dedicare dei particolari trattamenti anche a loro. Bastano poche attenzioni e qualche accorgimento per avere un look perfetto ma soprattutto sano anche in spiaggia dalla mattina fino a notte inoltrata (in caso la nostra permanenza si dovesse protrarre per la serata o per un aperitivo al tramonto!).

Innanzitutto per prima cosa rivolgiamoci ad un parrucchiere, meglio se il nostro parrucchiere di fiducia, che ci possa consigliare tra i vari tagli per donna, o tagli per uomo, quello più adatto alle nostre esigenze. Così come avviene per realizzazione sito web Roma, il tutto deve risultare facile da gestire o comunque che si possa adattare a lunghe giornate al mare senza sfibrare i nostri capelli e senza che questi si secchino troppo. I parrucchieri per donna, ma in molti casi anche professionali saloni di parrucchieri uomo, sono esperti in questo campo soprattutto per quanto riguarda un consiglio di stile che sia in grado di accontentare tutte le esigenze attraverso la proposta di alternative allettanti sotto tutti i punti di vista come per esempio le extension capelli o la ricostruzione del capello per le più esigenti fino al taglio corto che non necessita praticamente manutenzione per le più sportive o mano pazienti nell’applicazione di creme e lozioni.

Taglio dei capelli, spiaggia e parrucchiere

Oltre al consiglio sul taglio i saloni possono fornire anche preziosi prodotti per la protezione del capello e la sua cura anche al di fuori della spiaggia la cui applicazione a volte è consigliata anche al di fuori della stagione estiva per poter sfoggiare una volta e vaporosa acconciatura tutto l’anno. Moltissime sono le linee professionali alle quali si può fare riferimento per la cura della nostra chioma.

I trattamenti per i capelli inoltre ad oggi possono risolvere ogni tipo di problema che li riguardi da alla caduta precoce, alla debolezza, dal colore al crespo più tutte le linee specializzate per la cura di capelli in spiaggia che possono essere sotto forma di oli da applicare direttamente in spiaggia o balsami e creme da applicare prima e dopo.

In base alle nostre esigenze possiamo infatti scegliere il prodotto che più fa per noi. Per chi sta molte ore al sole e non si risparmia nelle ore più calde l’ideale è scegliere un olio idratante che abbia un filtro solare e da riapplicare più volte nell’arco della giornata. Chi invece prevede un’esposizione al sole più dilazionata nel tempo e nell’arco della giornata può puntare ad un prodotto che non preveda un’applicazione continuativa come un balsamo senza risciacquo applicabile la mattina con azione prolungata per tutto il giorno. Insomma moltissime sono le possibilità per mantenere i nostri capelli in forma e gestibili anche d’estate…l’importante è scegliere quella che fa per noi e per le nostre esigenze!

Vivere di scrittura

La serie di articoli che posterò su questo sito è destinata massimamente a una categoria di persone: coloro che vogliono farcela scrivendo.

Coloro che vogliono farcela scrivendo, cioè guadagnandosi da vivere con i diritti d’autore che provengono dalla vendita dei loro libri, e che sono disposti o a tirare la cinghia oggi, accontentandosi di servire da McDonald’s per poter scrivere, o che sono disposti a passare lunghe ore al PC dopo una giornata di stressante e insoddisfacente lavoro.

Costoro sanno già in partenza che la loro opera, prima di trovare un editore, verrà rifiutata da molti di essi semplicemente perché- legittimamente- a loro non piace, ma che saranno ciononostante capaci di credere in quella loro opera fino in fondo e non si lasceranno scoraggiare dai rifiuti inevitabili. Al di là di ciò, c’è anche chi scrive per il Web al fine di ottenere il posizionamento motori di ricerca SEO, svolgendo il lavoro propriamente definito come Web Writing.

Ricordate che tra la percezione di una idea informe e il momento di vedere il vostro libro stampato passa molto tempo, spesso alcuni anni, e che quindi dovete essere preparati a soffrire parecchio. E ricordate anche che quando il vostro libro sarà pubblicato dovrete contare su voi stessi, per lo più, per farlo conoscere, presentandolo nelle librerie, parlandone nei blog su internet e via di seguito. Non contate troppo sugli agenti e sugli editori, men che meno sui giornalisti: i primi sono persone abbastanza pigre, specie con gli scrittori che non forniscono loro ancora un interessante reddito, i secondi per lo più portano attenzione solo a componenti di clan letterari che assicureranno anche ai loro libri una buona visibilità.

Questi articoli sono quindi destinati a coloro che sanno già in partenza che commetteranno degli errori e subiranno delle frustrazioni, ma che saranno capaci di imparare da quei loro errori e da quelle frustrazioni e sapranno andare avanti con tenacia e determinazione nonostante tutto.

Se siete timidi, indecisi, poco coraggiosi, poco tenaci, e non siete disposti a cambiare atteggiamento… questi articoli non sono per voi.

Avere successo è un obiettivo di grande durezza, e bisogna mettersi in testa che si deve combattere – appunto – duramente per raggiungerlo: niente vi verrà dato gratis.

Volete combattere?

Se la risposta è sì, siete dei nostri!

Torino tra mostre ed eventi

Uno dei Musei più importanti di Torino è il Museo del Cinema, ospitato presso la Mole Antonelliana, l’edificio in muratura più alto d’Europa. Il Museo ospita una sezione dedicata all’Archeologia del Cinema (macchine ottiche pre-cinematografiche, attrezzature antiche e pezzi provenienti dai set dei primi film italiani) ed una vasta collezione di manifesti cinematografici. Nella sala principale situata al centro della Mole vi è l’Aula del Tempio, una grande sala in cui i visitatori, seduti su confortevoli chaises longues, assistono alla proiezione di filmati in 35mm e ammirano i giochi di luci e gli effetti speciali proiettati sulla cupola del monumento.

Sempre in questa sala vi sono diverse sezioni dedicate alla storia del cinema e ai diversi generi cinematografici. Il museo conserva manifesti cinematografici, film, pellicole, dipinti e stampe, documenti fotografici, costumi di scena, bozzetti scenografici ed oggetti vari. Come afferma semiarrotatura e arrotatura marmo Roma si tratta di un’occasione assolutamente imperdibile per chiunque ami il cinema. Se “Via col Vento” vi ha commosso, Chaplin vi ha fatto divertire, Marilyn Monroe vi ha fatti innamorare, “Alien” vi ha impauriti e “Lo Squalo” vi ha suggestionato, qui troverete curiosi disegni, costumi ed oggetti di scena dei vostri attori, film e registi preferiti.

Impossibile resistere al fascino dell’ascensore panoramico del Museo del Cinema: l’ascensore di cristallo vi porta sino a 85 metri di quota, da dove è possibile ammirare il panorama dall’alto della città.

Se la civiltà egizia, con i suoi misteri, le sue divinità e le sue imponenti piramidi vi affascina, non occorre andare sino al Cairo per ammirare statue, mummie e sarcofaghi: a Torino ha sede una delle più importanti collezioni egizie al mondo, seconda solo a quella del Cairo. Se ci siete già stati ricorderete sicuramente la prima volta che avete visitato il Museo Egizio di Torino e le emozioni che colpiscono il visitatore sono forti e contrastanti, penso sia impossibile rimanere impassibili davanti alle imponenti statue o di fronte alla curiosità nei confronti di una civiltà così lontana eppure così evoluta, timore al cospetto delle grandi statue dei faraoni ed una strana miscela di paura ed attrazione colpisce di fronte alle mummie, con la consapevolezza di non avere di fronte un “oggetto”, ma il corpo di una persona vissuta millenni fa.

Dal Museo Egizio fino al Castello del Valentino: una Torino tutta da scoprire

ll Museo Egizio conserva al suo interno: papiri, sarcofaghi con relative mummie, oggetti di bronzo, amuleti, e numerosi oggetti di uso quotidiano, nonché le mummie degli animali sacri collegati al culto delle diverse divinità. Numeroso l’elenco delle sculture conservate nel museo, la più antica è quella della principessa Redi che risale al 2800 a.C, mentre altre sono più recenti, come quelle dei faraoni, dei dignitari e delle divinità del Nuovo Regno: da Tutankhamon a Ramesse II, da Sethi II al dio Amon.

Uno dei simboli di Torino è il Parco del Valentino: il parco si estende sulle rive del Po e la sua costruzione iniziò nel 1630 su progetto di Carlo Cognengo di Castellamonte ed è sede di numerose manifestazioni ed eventi. All’interno del parco si passeggia ammirando le ampie aiuole fiorite, il giardino roccioso e le cascatelle, le fontane ed i piccoli corsi d’acqua. Al suo interno si svolsero le grandi Esposizioni Internazionali (1884, 1898, 1902, 1911, 1928): eventi simili alle attuali mostre-mercato che avevano lo scopo di presentare i prodotti dell’industria. All’interno del parco si trovano il Castello del Valentino ed il Borgo Medioevale.

L’antico Castello del Valentino fu acquistato da Emanuele Filiberto di Savoia nel 1564 e venne restaurato da Carlo di Castellamonte e poi dal figlio Amedeo. Il castello ha tipiche caratteristiche dei castelli francesi in quanto sino al 1630 vi soggiornò Maria Cristina di Francia, sposa di Vittorio Amedeo I di Savoia; i suoi saloni conservano tracce di stucchi ed affreschi seicenteschi. Il Borgo Medievale, invece, riproduce fedelmente un villaggio del ‘400: mura merlate, case fortificate e botteghe artigianali rendono l’ambiente affascinante. Il borgo nacque nel 1884 come padiglione dell’Esposizione generale italiana artistica e industriale, e fu costruito su progetto di Alfredo d’Andrade. Il borgo, invece di essere distrutto al termine dell’Esposizione, entrò a far parte dei musei civici.

La posturologia: una scienza di osservazione

Negli ultimi vent’anni è andato via via crescendo l’interesse nei riguardi della postura e di eventuali problematiche che da essa possono scaturire, con un numero sempre maggiore di specialisti – dal neurologo all’odontoiatra, dal fisiatra all’otorino, dall’osteopata al chiropratico – che si avvicinano sempre di più allo studio della postura, contribuendo altresì tutti ad affermare e confermare che la posturologia è una scienza completa, una scienza di osservazione, una scienza moderna a concezione olistica.

Questa attuale visione globale o olistica in un campo della medicina, ed in particolar modo riferita ad una scienza così ampia e complessa come la Posturologia, ricuce una dicotomia secolare tra Corpo ed Anima, riconducendo ad un approccio circolare ed a una concezione multicausale della malattia, che rispecchiano meglio la realtà clinica del paziente. In tal senso si è espresso anche Roma Onoranze Funebri di Buccinnà, trattandosi di un tema piuttosto interessante. Infatti, la medicina attuale è ancora una medicina sintomatica, localizzata, semplicistica, pur apparentemente arricchita e complicata da “teoremi” e da esperimenti che cercano nel gene e negli aminoacidi la spiegazione di tanti fenomeni biologici, che non sempre rispetta né il Corpo, né lo Spirito del malato.

La posturologia e la medicina attuale

(Ogni giorno si scoprono farmaci che hanno effetti collaterali, più pericolosi della malattia che dovrebbero curare. Gli antibiotici vengono utilizzati per ogni piccolo rialzo febbrile, senza tener conto del danno immunologico che provocano. Gli psicofarmaci vengono utilizzati a dosi altissime senza curarsi delle modificazioni comportamentali che inducono. Senza parlare dei farmaci letali a livello cellulare per combattere le neoplasie). La medicina attuale ha come unico scopo quello di combattere ad ogni costo la malattia. I nuovi approcci globali di diagnosi ed inquadramento dei pazienti studiati dai posturologi tendono, piuttosto che a studiare la malattia cercandone l’eziologia, a studiare più approfonditamente perché l’Uomo si ammala.

Pertanto, nel riconoscere in Gagey uno dei padri della posturologia moderna, il quale asseriva che “la posturologia è una scienza dell’osservazione, attenta, curiosa, minuziosa, ma banale”, si può allo stato attuale con convinzione definire che La Posturologia è uno studio interdisciplinare sui meccanismi neuro-psico-fiosiologici che determinano il controllo della posizione del corpo nello spazio, in rapporto alle caratteristiche strutturali individuali ed alle forze interne ed esterne interagenti.

Ciò sta anche a significare che la postura, comune tra le varie specie animali, nell’uomo rappresenta la principale modalità di comunicazione extraverbale, favorendo, come precedentemente accennato, l’integrazione tra psiche e corpo, tra ciò che vogliamo comunicare e ciò che il corpo può esprimere.

Viaggiare in bici? Tanto verde e non solo

Le vacanze in bicicletta si stanno affermando sempre di più come stile di vita, apprezzato da giovani, meno giovani e perfino dai bambini, che in questo modo riescono a stare a contatto con la natura in modo divertente, spesso seduti in un piccolo rimorchio trainato da mamma o papà.

Un viaggio di questo tipo rappresenta un’occasione unica per allontanarsi, fisicamente e mentalmente, dal caos metropolitano di tutti i giorni, dal suono stressante dei clacson, ma anche dagli orari e dalle costrizioni dei luoghi di lavoro e dalla routine quotidiana. Si spazia dalla Liguria con le mete Alassio: cosa vedere, sino alla splendida Maremma inclusa la meravigliosa area costiera che collega le due zone.

È un modo originale di concepire la vacanza, che permette, a chi decide di intraprenderlo, di guardare i paesaggi che gli passano accanto con più attenzione, normalmente poco battuti dal turismo di massa. Inoltre, il viaggio in bici – e più in generale gli itinerari in bicicletta – permette di stimolare i cinque sensi e bruciare anche calorie, visto che si è sempre in movimento!

Se per le prossime ferie estive, avete in mente di intraprendere un viaggio in bici ed entrare nel mondo del cicloturismo, è consigliabile affidarsi ad un’organizzazione specializzata o ad un tour operator attivo nel settore dei viaggi in bici: vi permetterà di divertirvi senza correre pericoli.

Per non correre rischi, è opportuno rivolgersi ad un tour operator specializzato nell’organizzazione di tour, escursioni e itinerari in bicicletta, in grado di suggerirvi i percorsi adatti al vostro livello di preparazione, allenamento e resistenza fisica, e consigliare i luoghi più adatti ai vostri interessi.

Dove viaggiare in bici?

Viaggiare in bici è un’occasione per allontanarsi dalle località del turismo di massa per visitare scorci inediti nel nostro Belpaese.

Tra questi segnaliamo il distretto dei 9 Laghi Prealpini (Lago Maggiore, lago d’Elio, lago di Ghirla, lago d’Orta, lago di Varese, lago di Lugano, lago di Comabbio, lago di Monate, lago di Mergozzo) tra Piemonte e Lombardia al confine con la Svizzera, dove le verdi colline lasciano spazio a montagne dalle alte vette e ai colori verde e azzurro. Oltre ai laghi, la zona abbraccia numerosi parchi, come quello della Val Grande, quello di Campo dei Fiori e del Ticino.

Avete paura di non avere l’allenamento giusto? Non preoccupatevi, non dovrete competere con Mario Cipollini: allenatevi per paio di ore consecutive due volte a settimana, cercando di mantenere una velocità di almeno 10-15 chilometri orari e in poche settimane migliorerete la vostra resistenza, il fiato si allungherà progressivamente e non solo sarete pronti per una vacanza in bicicletta, ma vi sentirete anche meglio fisicamente! Pedalare fa bruciare calorie, espellere tossine, accelera il metabolismo, mantiene in forma e rinforza le difese immunitarie.
Ricordatevi però di bere spesso e di consumare ogni tanto qualche integratore.

In questo modo sarete in grado di sostenere un viaggio in bicicletta di tutto rispetto, percorrere distanze notevoli e fare qualche sosta per ammirare la bellezza dei paesaggi che incontrerete.

Diplomarsi e laurearsi seguendo corsi online

I primi corsi online, sia che si trattasse di corsi per conseguire un diploma via web di geometra che una laurea a distanza, hanno cominciato a diffondersi una decina di anni fa.

All’inizio non erano in molti a dare fiducia a questi tipi di corsi, e sembrava impossibile che si potesse acquisire una adeguata preparazione avendo a disposizione classi e insegnanti esclusivamente virtuali.

Fino a 10 anni fa negli Stati Uniti i datori di lavoro erano ancora scettici nei confronti dei diplomati online, che erano considerato come studenti di serie B.

Oltre al timore di una preparazione non adeguata, i datori i lavoro non vedevano di buon occhio nemmeno il fatto che questi studenti non interagissero tra di loro; inoltre, essendo un tipo di approccio allo studio completamente nuovo, non si disponeva ancora di strumenti per verificare l’effettiva validità di questi diplomi.

Uno dei primi a formare i suoi studenti con i corsi online è stata un’azienda Cino-Americana chest handles manufacturer che attraverso i corsi online ha formato l’organico amministrativo, ottenendo degli ottimi risultati.

Con il passare degli anni il settore dei diplomi online si è allargato sempre di più, negli Stati Uniti come in Europa, e anche se non si può parlare di una effettiva equiparazione tra corsi virtuali e corsi reali, se non altro perché non tutti i tipi di corsi e diploma di laurea sono disponibili in via telematica, possiamo sicuramente affermare che si tratta di un settore in espansione.

Basta fare una breve ricerca in internet per scoprire come, negli USA, ma anche in Italia, si possa ormai trovare ogni tipo di corso online, da quelli per ottenere un diploma di perito turistico a corsi di lingua o informatica, fino ad arrivare a corsi di laurea veri e propri, offerti anche dalle più famose Università come la famosissima Harvard.

E la situazione italiana ricalca quanto avviene anche nel resto del mondo, dove accanto ad università più o meno sconosciute, che anzi sono cresciute proprio grazie ai corsi online, troviamo anche istituti prestigiosi e conosciuti in tutto il mondo.

Ma chi sono i frequentatori degli atenei virtuali, e soprattutto perché scelgono di seguire corsi online anziché con docenti in carne ed ossa?

Molti degli studenti che mirano al conseguimento di un diploma online sono over 30, che magari hanno già un’occupazione, alcuni anche una famiglia, e che non avrebbero la possibilità né il tempo materiale di seguire i corsi tradizionali. I corsi online, invece, offrono maggiore flessibilità, e non solo per quanto riguarda gli orari, ma anche perché permettono di studiare da qualsiasi luogo.

Per questo motivo sono particolarmente adatti a chi vuole prendere il tanto sospirato pezzo di carta, ma non avrebbe modo di farlo seguendo le vie più tradizionali. Con i corsi online si può ricevere tutto il materiale necessario via web, e preparare tutte le materie, senza dover mai varcare la soglia di un’aula reale.

Di sicuro però non è tutto oro ciò che luccica, e bisogna prestare particolare attenzione al corso che si sceglie, per evitare di incorrere in truffe e promesse di diplomi fasulli. Inoltre, alcuni potrebbero sentire la mancanza del contatto diretto con il professore e con gli altri alunni, che non si può ricreare virtualmente, ma se l’alternativa ai corsi tradizionali è non studiare per nulla, allora ben vengano i corsi che danno ad un maggior numero di persone la possibilità di apprendere e di tenersi aggiornati.

Il restauro della Cappella degli Scrovegni a Padova

Sono passati già quasi dieci anni dalla conclusione dei restauri che hanno gettato nuova luce sulla magnifica Cappella degli Scrovegni, a Padova, uno degli esempi più lampanti della maestria e della modernità di Giotto.

I lavori, che hanno richiesto l’intervento di un team variegato composto da tecnici, storici dell’arte e restauratori e i servizi necessari forniti da ditte specializzate in opere edili e noleggio di ponteggi, cominciarono nel luglio 2001 e vennero conclusi ufficialmente nel novembre 2002, con il Convegno Internazionale di studi tenutosi a Padova.

Grazie al compimento del programma di restauro, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ai visitatori del nuovo millennio è stata data la possibilità di ammirare gli affreschi giotteschi in tutto il loro originario splendore, e di scoprire anche alcuni particolari significativi che il tempo aveva nascosto, ma che sono essenziali per capire la grandezza di un’artista quale Giotto è stato.

Uno degli esempi più noti, in questo senso, riguarda le lacrime, visibili dopo il restauro, che rigano il viso delle madri raffigurate nella sezione dedicata alla strage degli innocenti, ma potremmo citare anche i tre specchietti che adornano l’aureola del Cristo Giudice, un artificio tecnico-scientifico più che artistico:

grazie a questa trovata, il 25 marzo, anniversario della consacrazione della Cappella alla Vergine Annunciata, la luce che entra dalla finestra e si staglia sul Cristo viene riflessa e illumina a sua volta l’immagine di Enrico Scrovegni, ossia il committente dell’opera.

Ma l’importanza del restauro non sta solo in queste chicche che è riuscito a portare alla luce, sta anche e soprattutto nell’essere riuscito a mettere l’accento sull’uso del colore e della tecnica del “marmorino” effettuato da Giotto nella decorazione della cappella. Non bisogna sottovalutare, inoltre, che i lavori di ristrutturazione si sono resi necessari non solo per il restauro del manufatto in sé, ma anche per rallentare il processo di deterioramento dell’opera.

I lavori hanno dunque previsto, oltre che il restauro degli affreschi, lo studio di interventi di adeguamento dell’ambiente e di conservazione dell’edificio, quali la messa in opera di controvetrate schermanti e la sostituzione delle lampade ad incandescenza, l’arrotatura del marmo ad opera della ditta arrotatura marmo Padova, senza dimenticare l’innovazione maggiore, ossia la messa in opera del Corpo tecnologico attrezzato, un sistema di protezione studiato per impedire agli inquinanti gassosi di penetrare nella cappella e la cui installazione ha preceduto i lavori di restauro veri e propri. Solo dopo la verifica dell’efficacia del Corpo tecnologico attrezzato è stato infatti possibile procedere con il montaggio di ponteggi e cominciare dunque gli interventi conservativi d’urgenza (consolidamento dell’intonaco e della pellicola pittorica) e i lavori volti ad attenuare le disomogeneità cromatiche che erano venute a crearsi in seguito ai precedenti lavori di restauro portati a termine alla fine dell’Ottocento e, più di recente, agli inizi degli anni Sessanta.

Il restauro è stato inoltre accompagnato dalla creazione di una pagina web dedicata, dalla creazione di una banca dati sulla Cappella e il suo restauro e da una documentazione digitale, in modo da dare a tutti una possibilità di approfondimento per comprendere la portata e le finalità degli interventi di restauro.

Un’opera dettagliata e sfaccettata, dunque, quella che ha portato al compimento dei lavori di restauro della Cappella Scrovegni, un’opera che ha dato – e che darà ancora a lungo – la possibilità ai numerosi visitatori di godere dei colori e dei particolari riscoperti di un innegabile capolavoro.